- Già da tempo, dove l'avena diveniva sterile e loglio nocivo copriva spontaneamente la terra, sorge un paesetto illustre, di case curate e il forestiere che qui viene, è lieto di essere l'abitante.
Qui dove la terra prima era arida, ora viene irrigata dall'acqua che scorre da una limpida fonte e ricrea gli uomini e il bestiame.
Non mancano i doni di Cerere, ne quelli di Bacco e l'abbondanza sparge la ricchezza a piene mani.
Quei suppellettili preziosi ornano i sacri altari e si adora il Signore con la giusta religione. Questo luogo ottenne molti privilegi, ma non per molto tempo e dal generoso principe Stefano altre cose otterrà.
(tratto dalla lapide, in ligua latina, affissa sulla parete della chiesa di Santo Stefano)
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Dagli studi eseguiti e dai reperti che arrivano a noi, risulta evidente che nei pressi del caseggiato dell'ex-feudo Conteraineri, nella zona detta "lu grammaritaru", vi fosse stato un paese, esistito anche durante la dominazione greca. In tale zona si notano alcuni tratti di mura a fior di terra, che forse dovevano cingere il paese, e una necropoli, venuta alla luce nel 1951. Oggi la zona del "grammaritaru" si estende per 18 ettari, ma il paese in origine doveva essere molto più grande, stendendosi a sud-est sino ai piedi di un'altura dove ancora si notano i resti di un vecchio castello, che ha dato il nome alla località di Castellaccio". Le mura di questo castello presentavano delle feritoie in corrispondenza di Tricola (Caltabellotta), del castello di Entella, di Jato e di Corleone. Nel periodo romano la città che sino ad allora si chiamava Thuryrium cambiò nome in Villanovam, forse perchè popolata da servi della gleba. Con l'avvento della dominazione bizantina, l'importanza che aveva ricoperto la città in epoca romana, venne a cessare, tanto che quando venne occupata dagli Arabi era ridotta a poco più che un paesetto con il nome di Ballanubah. Nel 1176 Ballanubah, da ora Bellanova, col castello Calat-et-Tariq (Tori) veniva assegnato alla chiesa di Agrigento, mentre nove anni dopo Guglielmo il Buon l'assegnava all'Arcivescovo di Monreale. Morto Guglielmo il Buono, i Siciliani di religione cattolica cominciarono a perseguitare i Musulmani e, questi si internarono verso il centro della Siciliana Occidentale. Nel 1208, quando Federico II divenne maggiorenne, i Musulmani invasero il corleonese e la zona di Bellanova. Nel 1243 i Saraceni, irritati dai sopprusi subiti, risalirono i monti e si fortificarono a Jato e ad Entella e forse a Tori. La lotta durò tre anni; nel 1246 furono presi per fame e trasportati a Lucera nella Puglia, dove vissero fino al 1333. Dopo di che si confusero col popolo abbracciando la religione cattolica. Nel XIII secolo l'imperatore Federico II riuscì a domare i ribelli Musulmani, facendo trarre sicuro vantaggio a Corleone che da casale divenne "popolosa terra". Da quanto pervenuto sino a noi si può supporre che Bellanova venne distrutta da Federico II nel 1246 e che gli abitanti di religione cattolica si dispersero; alcuni verso Corleone, altri verso l'odierno Campofiorito, dando origine a Casale Bellanova.
Le origini storiche di Campofiorito trovano ampie e significativie dimostrazioni nei numerosi reperti archeologici che sono stati rinvenuti nelle zone di Monte Castellaccio e di Conteranieri.
Storici e archeologi hanno da sempre scritto di tali ritrovamenti e su di essi sono stati eseguiti degli approfonditi studi, che hanno, per altro, permesso di ricostruire le origini storiche sin dai lontani tempi delle colonizzazioni.
La località di Campofiorito è ricca di attestazioni fisiche e culturali del passaggio di diverse etnie, per non ultima quella albanese, che si sono mescolate e sovrapposte tra loro, edificando e modificando costantemente la fisionomia di questa zona e lasciando a noi numerosi reperti e segni di storia. I reperti rinvenuti sono frutto di semplici ritrovamenti, da parte di contadini e cacciatori, ma anche di approfonditi studi e ricerche.
Ai piedi del Monte Castellaccio, a soli 5 Km. dall'attuale centro, ancor oggi, è possibile ammirare la strada di accesso all'abitato, in parte intagliato nella roccia, e la sua prosecuzione all'interno. L'abitato si compone di due terrazzi artificiali, che oltre a servire per la sistemazione ubica, servivano anche a creare delle cinte murarie ben difese e comuncanti tra loro per mezzo di piccole porte con accessi gradinate, ben difese da piccole torri, sia circolari sia rettangolari, poste sui fianchi.
Altri siti archeologici sono la zona di Conte Ranieri, che si estende per circa un ettaro ai piedi del monte Castellaccio, ad un centinaio di metri dal torrente Batticano; Piano delle Giumente, ove sorge una classica antica fattoria romana, riutilizzata e rimaneggiata nei secoli. Il sito archeologico si estende in una zona ricca d'acqua a dominio della sottostante vallata e di due rilievi, il Tiracalenta di mt. 1080 ed il monte Trione che supera 1200 mt. d'altezza.
Lungo la via Mulini sorge l'area di Pirrera alta, ove è stato scoperto un ricco insediamento, abitato un tempo da alcune comunità antropiche. Proseguendo sulla via Mulini ci si addentra nella zona di Pirrera bassa. Dalla contrada Giardinello provengono, invece, ceramiche sporadiche attestanti vari periodi storici.
La zona di Scorciavacche, vede la presenza dei resti del così detto castello di Scorciavacche, costituiti da vari ambienti per i lavori agricoli e la chiesa, dando al visitatore l'idea della ricchezza che assunsero i religiosi in Sicilia. Altra zona archeologica è quella di Montagna di San Giovanni, ove sono stati rinvenuti resti di vasellame da cucina ascrivibile all'età indigena. Cozzo Tarucco è la dimostrazione di come i primi insediamenti umani della Sicilia si disposero prevalentemente nei dintorni delle sorgenti, delle grotte o lungo i terrazzi fluviali, ben protetti da evenutlai aggressori.
In contrada Balatazza sorge un sito che si estende su un cocuzzolo roccioso a dominio di una scenografica ansa del torrente Coda di Volpe. Nella zona della Masseria Balatazza sono presenti dei ruderi di quella che un tempo fu una fattoria agricola con annessa chiesa e magazzini per le derrate alimentari.
L'edificio Comunale | La Casa Comunale si trova quasi al centro del paese, lungo il corso Antonio Gramsci. Questa venne acquistata nel 1844 e ristrutturata ed allargata nel 1960 con l'acquisto di una casa confinante, per poi essere diroccata e ricostruita nel 1968 a seguito del sisma che ha colpito la Valle del Belice.
L'orologio | Sulla via Vittorio Emanuele, a ridosso della chiesa di S. Stefano è presente un orologio a torre, risalente al 1839, diroccato e ricostruito nel 1991 dall'Arch. Gaetano Oddo.
Ufficio di collocamento | Costruito nel 1958, si trova nell'ampia via Papa Giovanni XXIII, tra l'edificio postale e la scuola materna.
L'edificio scolastico | Nel 1958, dopo anni di sistemazioni provvisorie, la popolazione scolastica ottenne il suo edificio che accoglie anche la scuola media. Successivamente venne costruito, con pietra proveniente dalla cava di contrada Zotta Arancio, il locale con il prospetto sulla via Papa Giovanni XXIII per accogliere i bambini dai 3 ai 5 anni.
Ufficio postale | Nel 1864 il Consiglio Comunale delibera l'istituzione di un ufficio postale, che offri particolari vantaggi lungo il corso delle due guerre mondiali. Nel secondo dopo guerra venne costruito l'attuale Ufficio Postale sito in via Papa Giovanni XXIII.
Le Chiese | La prima chiesa costruita nel paese risale al 1246. Poi nel 1760 il principe Stefano Reggio Gravina fece edificare la Chiesa di S. Stefano, protomartire, di cui si può tuttora ammirare la statua. All'interno della Chiesa si possono, anche, notare l'altare dell'Addolorata, dono di Francesco Settineri, e l'altare di San Francesco di Paola, dono dei gessaiuli paesani. Accanto a quest'altare c'è la statua di San Leoluca di Corleone e nel coro, accanto all'altare di Santo Stefano, c'è l'urna con il Cristo Morto, in legno massiccio, scolpito dall'Arch. Giuseppe Marino da Bisaquino. Sulla destra entrando nella Chiesa si trova la lapide in lingua latina. La Chiesa di San Giuseppe, invece, venne costruita nel 1804 (data che si trova scolpita sull'architrave sopra il portone. Nel 1870 venne costruito il campanile e sostituiti i mattoni di terracotta con quelli in marmo, oltre ad essere lastricato il sacrato dinnanzi alla Chiesa. La Chiesa venne usata dal 1832 al 1865 per seppellirvi i morti, primo di cui fu quello di Triolo Leonarda, moglie di Filippo Fulco, il 5 gennaio 1830. Al suo interno era possibile ammirare un organo con canne in stagno allocato sopra un portico, sorretto in passato da due colonne in gesso, dei bellissimi lampadari ed un quadro ad olio raffigurante l'Arciprete Lorenzo Quartana. Oggi è possibile vedere l'altare in gesso con la statua del Cuore di Gesù, la statua di Santa Teresa, l'altare in marmo con la statua dell'Immacolata. Al centro del coro si scorge l'altare con la statua di San Giuseppe, opera del Bagnasco; sul muro opposto si incontra il pulpito in legno massiccio e l'altare in marmo con la statua della Madonna del Rosario, la statua di Santa Lucia ed infine l'altare in gesso con la statua di Sant'Antonio di Padova. Nel 1972 il parroco don Ignazio Cannella da Bisaquino cominciò sin da subito ad occuparsi dei lavori di restauro della chiesa, terminati dopo 20 lunghi anni. Lungo la strada statale che porta a Corleone s'incontra una chiesetta, con il prospetto in pietra intagliata, dedicata alla Madonna (Madonnuzza), con all'interno la statua della Pietà. Sulla strada provinciale che porta a Contessa Entellina c'è un'altra piccola Cappella dedicata a San Francesco di PAola. Nel 1997 sulla strada statale che porta a Bisaquino è stato collocato un Crocifisso e poco distante la statua del Beato Padre Pio da Pietralcina (Governali da Corleone).
Cimitero | Nel 1866 venne costruito il Cimitero, allargato successivamente al termine della Seconda Guerra Mondiale.
Illuminazione Pubblica | Sino al 1932, quando si ottenne l'allcciamento alla rete elettrica, le strade del paese erano illuminate da fanali a petrolio. In ogni crocevia c'era un fanale e, ognui sera, un operaio girava per le strade del paese per accenderli. tratto da Origini e Storia di Campofiorito.
Fiere e Mercati | Per favorire gli interessi dei cittadini e, in particolare gli interessi degli agricoltori e degli allevatori di bestiame, sin dal 1844 si è istituita a Campofiorito "la fiera del bestiame" che si doveva svolgere la prima domenica di agosto e il lunedì successivo. Nel 1866, questa fiera, venne trasferita ai giorni 10 e 11 ottobre, dedicata alla Madonna Del Rosario, giorni in cui il paese si veste a festa, illuminandosi straordinariamente ed immergendosi in una processione con banda e giochi d'artificio.
Nel 1938 s'istitui una seconda fiera per i giorni 21 e 22 giugno, in onore di San Luigi. Nel 1956 venne istituito, con scarso successo, il "mercato degli animali" per la prima domenica di ogni mese. Negli anni '80 il Comune istituì il "mercato" quindicinale. Dal 1997, lungo il corso principale ove viene allestita una lunga tavolata, si svolge la "festa della fava" che vede come rito l'offerta, ai cittadini dei paesi limitrofi, di fave secche, bollite e vino. tratto da Origini e Storia di Campofiorito.
Carnevale Campofioritano | Sfilata di carri allegorici e di gruppi in maschera Finalizzato ad incentivare la tradizione del Carnevale Campofioritano in quanto importante occasione sotto il profilo dell'afflusso turistico. Il Comune provvede a rimborsare le spese sostenute per i carri ed i gruppi in maschera ed ad assegnare premi ai primi classificati.
Festa di San Giuseppe (19 Marzo) | Concerti di musica religiosa e popolare. - Tavolate di Pane di "San Giuseppe" - Altari, valorizzando le tradizioni popolari. Il Comune provvede direttamente ad organizzare i concerti nonché a rendere più accogliente il paese. Per tale organizzazione l'Amministrazione Comunale si avvale della collaborazione della Parrocchia di San Giuseppe.
Funzioni Pasquali (Periodo Pasquale) | Sacra rappresentazione teatrale della morte e passione di Gesù Cristo con attori locali. Il Comune provvede alla fornitura, a gruppi spontanei di giovani, di quanto occorrente per tale rappresentazione (costumi di scena, microfoni, etc.).
Estate Campofioritana | Spettacoli musicali, di Cabaret, di Varietà, rappresentazioni teatrali e concerti vari, che rappresentano un importante appuntamento non solo di svago ma soprattutto di scambio socio - culturale e di intrattenimento per i cittadini, e per gli emigrati. Il Comune provvede direttamente all'organizzazione degli spettacoli.
Estate Sportiva Campofioritana | Gare sportive e giochi di ogni genere - Sfilata macchine d'epoca. Un sistema di "situazioni" produttive di benessere (sociale, culturale) che si oppone in termini di proposta alternativa a "situazioni" a rischio. Il Comune provvede ad organizzare le gare sportive e i giochi e la sfilata delle macchine d'epoca. Per l'organizzazione il Comune si avvale della collaborazione delle Associazioni presenti a Campofiorito nonché di giovani volontari.
Festa della "FAVA"( Primo SABATO del Mese di AGOSTO) | Sono sviluppate, nel corso principale, tutte le fasi tradizionali di preparazione e consumo della "Fava". La manifestazione oltre che a fa rivivere una antica tradizione, ha lo scopo di richiamare l'interesse dei turisti sul nostro paese. Per l'organizzazione di tale festa, l'Amministrazione Comunale si avvale della collaborazione di un comitato di cittadini denominato "Gli Amici della Fava".
Festività di Maria SS. del Rosario (10-11 OTTOBRE) | Fiera del bestiame - Concerti di musica religiosa e popolare, spettacoli pirotecnici, spettacoli musicali etc. Il Comune provvede direttamente ad organizzare i concerti nonché a rendere più accogliente il paese. Per tale organizzazione l'Amministrazione Comunale si avvale della collaborazione della Parrocchia di San Giuseppe.
Festività del Santo Natale | Concerti di musica sinfonica, rappresentazioni teatrali, concorso di poesia e di pittura, mostra fotografica, spettacoli per bambini etc. Formazione socio - culturale ed ampliamento orizzonte culturale dei giovani di Campofiorito. Il Comune provvede direttamente all'organizzazione della festività.